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  • Immagine del redattoreRedazione Sisma

رحلة الى البحر

Affondo i piedi nella sabbia, corro, vuole tirarmi a sé, ma io corro.

Il canto del mare mi delizia, è inquieto come la tempesta sotto la mia pelle, il vento  mi passa la mano tra i capelli, mi soffia in bocca aria pulita. 

Sento un fuoco dentro che arde, mi tiene in vita, ma il fumo mi soffoca.

Su questa spiaggia ci sono già stata, durante uno dei mie viaggi notturni, conosco questo luogo, è come me lo sono sempre immaginato: sono nel dipinto fatto dalla mia mente, è così nitido, è fatto a pennello, con i colori che mi hanno rubato. 

La sabbia è ruvida, tiepida, io corro, spalanco le fauci e cerco invano di vomitare l’urlo che ho sempre inghiottito.

Vorrei sentirmi leggera, libera, come una piuma che danza nell’aria. 

Corro, inciampo, cado, mi ferisco … mi sveglio.

Sono distesa sul pavimento, è freddo.

Gli ho chiesto di fare di piano, ma forse ho esagerato, non mi ha mai punita così, sono stata proprio cattiva allora. 

Ho la sensazione di avere gli occhi appannati, sento i rumori attorno ovattati, urlano, si agitano.

Rosso sulle mani di papà.

Un raggio di sole  illumina i granelli di polvere liberi nell’aria, li invidio, vorrei passare la mano attraverso, ma sento il corpo pesante.

Vedo mia madre, i nostri sguardi si incrociano, le piovono gli occhi timidamente, una pioggerellina leggera le annaffia il volto. Le vorrei portare un ombrello … nei suoi occhi leggo un temporale al tramonto.

Sul pavimento i capelli svolazzano  via dal velo come radici che scappano dal terreno.

Mamma lo implora di fermarsi … 

Io intanto  chiamo  lui in cielo con le mie preghiere, sottovoce, gli chiedo sempre la stessa cosa, non mi ascolta, forse è troppo impegnato, siamo in tanti …

Ho paura …

Uno, due, tre … sempre più forti, sono stata cattiva, non dovevo uscire  senza permesso.

Gli occhi si chiudono, vedo il mare, lo sento …

Ora si che mi sento come una piuma, mi adagio piano piano per terra, non è proprio come me l’aspettavo, credo perché non ho digerito quell’urlo, pazienza … mi accontento, che è l’unica cosa che so fare, ne sono vincitrice olimpionica, orgoglio nazionale, ma non ci penso proprio a togliermi il velo, la polizia morale fiuta i mie capelli!

 

Mariacarla Frippa

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