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Immagine del redattoreRedazione Sisma

Vendute

“Vendute!” è un libro autobiografico sulla vita di Zana Muhsen. Zana, nata da una donna inglese e da uno yemenita, a 15 anni ha la proposta di un viaggio dal padre verso lo Yemen. Giunta a Sanaa, la ragazza è ospitata nella casa di Abdul Khada su una collina isolata. Questa sarebbe stata una bellissima vacanza, ma arrivata lì scopre di essere stata venduta dal padre al figlio quattordicenne di Abdul, Abdullah.

<<Mi hanno imprigionato in questo orrore, ma loro malgrado la mia testa resterà libera. Non mi importa più niente del tempo che passa, le iene e i lupi dai loro monti intonano il più lugubre dei concerti. Sono loro che urlano al posto mio». Così come lei, anche sua sorella Nadia viene venduta. Zana rimane lì per 8 anni, subendo ogni tipo di violenza ed avendo un figlio, che ha ostacolato la sua liberazione.

La madre solo nel 1988 ha scoperto la verità ed è riuscita a far tornare Zana in Inghilterra, grazie alla stampa e all’aiuto della diplomazia inglese, facendola divorziare dal marito e lasciando il figlio Marcus nello Yemen. Nel frattempo ha tentato in ogni modo di liberare sua sorella Nadia, la quale aveva avuto delle figlie e non voleva lasciarle temendo che subissero la sua stessa sorte. Zana, nel 1992, ha scritto “Vendute” per condividere la sua storia con il mondo dando speranza alle tantissime donne che ancora oggi subiscono violenze. Nel 2000 ha pubblicato “Ti salverò!”, la storia di sua sorella, la quale alla fine del libro non riesce a tornare in Inghilterra. Solo nel 2015 sul profilo Instagram è stato annunciato da Zana che Nadia e i loro figli sono in salvo. Questo libro è una lezione educativa, una testimonianza, sulle spose bambine e quindi sulla concezione della donna in un paese diverso dal nostro.

 Secondo alcuni dati Unicef, il 14% delle bambine yemenite si sposa prima di compiere i 15 anni e il 52% lo fa prima dei 18, ma nel 2005 l’Università di Sanaa ha denunciato che in alcune aree rurali vengono date in sposa persino bambine di otto anni. Nel 2009 si è tentato di vietare il matrimonio delle minorenni, ma gli esponenti più conservatori si sono opposti. Nel 2014 è stata finalmente proposta la legge che istituisce come età minima del matrimonio i 18 anni.

Dopo quasi quattro anni di guerra l’Oxfam denunciava l’aumento esponenziale dei prezzi dei beni alimentari che ebbe la conseguenza di ridurre sull’orlo della carestia dieci milioni di yemeniti, costringendo le famiglie a usare le spose bambine come merce di scambio. Questo è dovuto anche al crollo della sicurezza, delle istituzioni giudiziarie e sociali, che ha, aumentato il numero di minacce percepite alla sicurezza e al benessere familiare delle bambine yemenite. Nel febbraio 2020 Human Rights Watch ha invitato il CEDAW (il comitato per l’eliminazione delle discriminazioni contro le donne) ad esaminare la situazione dello Yemen e a garantire il rispetto della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne. 

Nella famiglia pre-islamica (di tipo patriarcale) la donna era un oggetto venduto al marito dal padre. Le donne potevano essere uccise. In caso di morte del marito, la moglie veniva ereditata dai figli.

Nella shari'a il matrimonio diventa contrattuale con il consenso delle parti. La donna  manifesta il suo consenso, attraverso un tutore matrimoniale musulmano che può essere il padre, un parente prossimo maschio o un giudice (wali). Quando una donna occidentale sposa un uomo musulmano è impossibile per lei tornare a casa perché è l’uomo che comanda. Ci sono tantissimi casi di donne cercate dalle famiglie dopo essersi sposate con un uomo orientale, ma risulta quasi impossibile salvarle perché le richieste vengono deviate. Il valore della donna diventa nullo, “una donna che viaggia con suocero, padre o marito non ha bisogno di documenti“ scrive Zana. Le donne sono sottomesse e abituate alla solitudine perché sono abituate che i  loro mariti vadano a lavorare altrove. La loro vita passa quasi interamente senza la compagnia dei loro uomini ,e quando questi tornano a casa riprendono subito il comando e loro tornano sottomesse. Un altro argomento importante affrontato è la battaglia contro il velo, e quando Zana arriva a Sanaa viene subito criticata per i suoi “vestiti occidentali” e le vengono forniti degli abiti ben diversi. La lotta contro il velo, infatti, viene portata avanti da donne che lo indossano non per libera scelta, ma perché viene imposto con uso coercitivo. "Vendute!" è un libro di fondamentale importanza per istruirci su ciò che accade ancora in alcuni Paesi. Non basta il telegiornale, bisogna informarsi sulle storie raccontate dalle stesse donne, che hanno visto e subito ogni genere di discriminazione, come Zana Muhsen.

~Dalila

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