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  • Immagine del redattoreRedazione Sisma

"Tutti, o fratello Gallione, vogliono vivere felici"


Scriveva Seneca a suo fratello nel 58 D.C., "ma quando poi si tratta di riconoscere cos'è che rende la vita felice, ecco che ti vanno a tentoni".

Settembre è ormai pronto a cedere il suo posto al malinconico Ottobre e, con esso, salutiamo anche il ventesimo mese per la prevenzione del suicidio, istituito nel 2003.

La mente umana è una prova del fuoco per gli amanti degli enigmi della sfinge sulla settimana enigmistica.

Quali sono i complicati meccanismi che spingono un essere umano, in particolare un adolescente, a togliersi la vita?

Molto spesso chi è sopravvissuto ad un tentativo di suicidio riferisce di non voler morire per smettere di vivere. Affermazione terribilmente paradossale eppure colma di verità.

Se esistesse una sorta di dimensione alternativa all'oscurità della morte ed al dolore della vita, molte persone suicidate sarebbero ancora qui.

Alcuni le chiamano malattie mentali, altri devianze, ma il succo non cambia; perché la maggior parte degli adolescenti che prende la decisione di togliersi la vita soffre di depressione o disturbo borderline di personalità, il tutto aggravato dall'assunzione di alcol che rende più probabile un comportamento suicida.

Il suicidio non è inaspettato come una visita a casa dei testimoni di Geova, eppure ci capita molto spesso di sentire frasi che annullano completamente i segnali che anticipano un tentativo di suicidio, riducendo tutto alla necessità, che sembrano avere i giovani, di ricevere attenzioni. E non è anche questa una richiesta d'aiuto?

Infatti questi individui, non vogliono morire, ma avvertire chi sta loro intorno che c'è qualcosa che non va. Di solito utilizzano metodi insoliti che non credono possano ucciderli, come una ragazza che bevve un'intera bottiglia di Tylenol, causandosi danni irreversibili al fegato.

Per altri, invece, la decisione di commettere questo atto è ragionato, solitamente motivata dalla presenza di una malattia terminale da cui hanno poche probabilità di sopravvivere. Queste persone non cercano aiuto con atti estremi, ma hanno il disperato bisogno di ottenere un controllo sul proprio destino. Ma questi sono solo i casi più rari.

Fondamentali per sviscerare il problema, sono il bullismo ed i fallimenti scolastici.

Non è un segreto che la nostra società osanna il "mito della perfezione", mettendo al centro della vita degli adolescenti il successo a scuola, che sia legato ai propri compagni o ai voti.

Se c'è una caratteristica comune a tutte le categorie di suicidi è la presenza di un trauma, un turbamento dello stato psichico prodotto da un avvenimento dotato di notevole carica emotiva.

E le ferite che lascia un trauma nella vita di un adolescente sono soggettive, profonde e difficili da sradicare, mentre l'apparente insensibilità al suicidio, che questa società mostra, alimenta il dolore, dimostrando la natura umana di ignorare i problemi, sperando che questi scompaiano.



Alessandra Marotta

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