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  • Immagine del redattoreRedazione Sisma

Tick, Tick... BOOM!

Poche settimane fa (per la precisione il 10 gennaio) al Beverly Hilton Hotel (indovinate un po’? a Beverly Hills, California), si sono svolte le premiazioni dei Golden Globe: ambitissimi premi assegnati in ambito cinematografico, secondi per prestigio solo agli Oscar.

Le premiazioni di quest’anno hanno portato alla nostra attenzione lo stupendo film che vi a presenteremo oggi, con cui Andrew Garfield (che molti di voi ricorderanno per i film di “The Amazing Spider-man”) ha vinto il premio al migliore attore protagonista.

Ebbene sì, parliamo di “Tick, Tick… BOOM!

Questo film traspone su schermo l’omonima opera di debutto dello scrittore Jonathan Larson che, interpretato dal suddetto Andrew Garfield, è protagonista, narratore e scrittore delle vicende.

Ci troviamo nel 1990 a New York e sono otto anni che Jonathan sta lavorando a Superbia, un musical fantascientifico ambientato nel futuro (che peraltro non si discosta troppo dalla realtà dei nostri giorni); purtroppo però nessun produttore di Broadway si è mostrato disposto a supportarlo: Jonathan è ormai sulla soglia dei trent’anni, li compirà da lì a una settimana, e allora sarà ufficialmente adulto; i suoi genitori alla sua età avevano già due figli, Paul McCartney aveva già composto la sua ultima canzone con John Lennon e lui invece lavora in una caffetteria ed è indietro sull’affitto del suo minuscolo appartamento e… beh, insomma, il nostro protagonista si sente alle strette.

Ad aumentare la tensione della sua delicata situazione è la mancanza di una canzone al suo musical… nel punto di svolta della trama…!

Assistiamo quindi alla storia di come riuscirà (o non riuscirà) a raggiungere il successo, a raggiungere Broadway e di come dovrà compiere delle scelte.

Ultimo tassello di questa storia sono i suoi amici e la sua ragazza, talvolta fonti di ispirazione e di motivazione, talaltre di conflitto e indecisione.

Il tutto è narrato con il frequente ricorso alla musica quale mezzo di comunicazione più o meno serio. Le canzoni sono di un’incredibile modernità sia dal punto di vista tematico che musicale, specialmente se si pensa che vediamo trasposte molto accuratamente le canzoni originariamente cantate da Larson negli anni ’90.

Molte di queste canzoni sono godibili anche ad un ascolto mentre si studia o si passeggia, questo perché la genialità dei testi riesce ad andare al di là del semplice confine della pellicola, e dei trent’anni che ci separano dalla loro creazione. Da questo punto di vista il film non ha nulla da invidiare ad altri pluripremiati come “The Greatest Showman” o “LaLa Land” (con tutto il dovuto rispetto per “Mamma Mia!” o i “Blues Brothers”).

Aspettando con ansia di scoprire se questo film avrà fortuna anche agli Oscar del 27 marzo, vi consigliamo caldamente la visione, o anche solo l’ascolto, dell’opera che potete trovare comodamente su Netflix.


“Cages or wings?

Which do you prefer?

Ask the birds”


Luciano Molfini

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