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  • Immagine del redattoreRedazione Sisma

Se questo è un uomo

Considerate se questo è un ragazzo,

relegato all’ultimo banco, bersagliato dalle umilianti insinuazioni dei professori, schernito dagli stessi compagni, una volta amici, perché “nulla esalta un individuo quanto mostrargli qualcuno di inferiore a lui”.

Considerate se questo è un ragazzo,

su un palco davanti a centinaia tra adolescenti e adulti, con addosso il terrore della propria nudità, gli occhi avidi del pubblico e i segni delle percosse ricevute per aver manifestato il proprio dissenso e il proprio imbarazzo.

Considerate se questo è un ragazzo,

che torna a casa con una cicatrice invisibile ma che non andrà più via, e che balbetta di voler morire perché non sa dove e cosa cambiare affinché la sua vita possa tornare normale ¹.


Considerate se questa è una donna,

costretta a scrivere ai suoi amici della bellezza della vita nella sua cuccetta, immersa nel dolore di un’esistenza ingiusta ma inspiegabilmente mai, fino all’ultimo, priva di senso. Costretta a riorganizzare il contenuto di un’orgia di lettere in un’esile busta, da consegnare, aperta, massimo una volta ogni due settimane perché nulla di inappropriato esca dal campo.

Considerate se questa è una donna,

che il suo unico desiderio materiale, ove tutto è desiderabile poiché tutto manca, è un cuscino, perché “quella paglia è proprio dura dopo un po’”, e che si ritrova costretta a convivere con la rassegnazione di un padre che si dice pronto a morire, se morire è l’unica soluzione al male assoluto che subisce.

Considerate se questa è una donna,

che con la propria ambizione ha detto ben più di una “piccola parolina”, ma è stata ascoltata quando ormai anima e corpo erano già troppo distanti per riuscire a cogliere l’eco delle proprie affermazioni ².


Considerate se questi sono uomini,

che hanno convissuto col dolore dell’esistenza affinché il ricordo del passato non svanisse, restasse nuovo, mai banale, e non li ha uccisi la morte ma i ricordi d’una notte ³, che gli han cercato l’anima a forza di botte ⁴.


Considerate se quelli sono uomini,

che con le lauree in ingegneria hanno trovato il quantitativo perfetto di gas per asfissiare una manciata di deportati, che con le lauree in fisica sono riusciti a creare in laboratorio la scissione dell’atomo e a farne un’arma di distruzione di massa ⁵, che con le lauree in medicina hanno succhiato via, a suon di esperimenti, anche l’ultimo bagliore di vita e umanità dai visi spenti di poveri innocenti, che con le lauree in filosofia hanno teorizzato sulla necessità della discriminazione per un più celere e proficuo sviluppo tecnologico e razziale.


Considerate e fate considerare perché le storie di questi ragazzi, queste donne e di questi uomini continuino ad appartenere solo e unicamente al passato.


Lorenzo Bosco


¹ Vedi “La famiglia Karnovski” di Joshua Singer

² Vedi “Diario 1941-1943” di Etty Hillesum

³ Vedi “La notte” di Elie Wiesel (“… Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata …”)

⁴ Maldestra storpiatura di “Un blasfemo” di Fabrizio De Andrè (“… Non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte/ mi cercarono l’anima a forza di botte …”) ⁵ Crimine contro l’umanità alla stregua degli altri citati, seppur non direttamente correlabile ai nazisti.

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