Ciao sono Riccardo Adinolfi, ho sedici anni e vengo da Napoli. Non mi sono mai aperto così tanto, ma oggi ho deciso di esprimere una delle tante considerazioni che la mia testa da ragazzo malinconico sta portando avanti da un po’ di tempo. Se qualcuno ti chiedesse qual è il motore per il quale vivi la vita di tutti i giorni, cosa risponderesti?
Beh, anche se sono solo un sedicenne, che quindi non ha ancora vissuto appieno il suo tempo, credo di saper rispondere a questa domanda, e direi l'Amore. Se ci facciamo caso ogni singolo attimo della nostra esistenza lo dedichiamo alle persone, a compiere gesti e a prendere decisioni che cambiano il nostro modo di vivere e vedere le cose. Riflettete. Spesso a mente sgombra, per strada, al parco, ovunque ci si trovi, tendiamo a compiere azioni, motivate o meno, al fianco di chi più ci aggrada o quantomeno stuzzica la nostra vista o il nostro ascolto. Sembra una sciocchezza ma è così. Quando si incontra un "tipo" o una" tipa" carini il nostro primo intento sarebbe quello di ottenere la sua attenzione al fine di conoscerlo o conoscerla. Nei casi più disperati o non avviene o, ancora più raramente, accade il contrario, ma nel profondo ciò che essenzialmente capita a tutti noi innamorati è il fatto che ci si chiede istantaneamente 《Oh mamma e adesso che faccio? Ci parlo? No dai... forse no... ma magari...》 e allo stesso tempo ci vengono i brividi, le farfalle nello stomaco, le palpitazioni, la tachicardia e stati di confusione che spesso possono durare giorni, settimane, mesi, persino anni. Tutto ciò influenza il nostro umore, e alcune volte ci impedisce di vivere serenamente. Così, a quel punto non possono che presentarsi dinanzi a noi le due fatidiche opzioni: prendere o mollare, agire o star fermi, reagire, o lasciare che la tristezza incomba su di noi e ci affligga nel profondo. 《Fare o non fare, non c'è provare》 come dice il grande Yoda di Guerre Stellari.
Insomma, tornando a parlare seriamente, quella su descritta è una delle tante forme in cui l'amore si può vivere. Piacere momentaneo nei confronti di qualcuno con cui c'è affinità, che può condizionare positivamente le nostre giornate e che spesso ci può portare a conoscere persone nuove, uniche, fantastiche, ma alcune volte anche persone sgradevoli, disgustose o insopportabili. Ugualmente potremmo dire per coloro che già conosciamo: il compagno o la compagna di banco, quando decidiamo di sederci vicino a lui o lei e di scambiare una chiacchiera, un sorriso, uno sguardo. Oppure quando incontriamo un caro, vecchio amico, standogli vicino come se fosse una persona di famiglia. Altrettanto quando ci si ritrova con un parente con il quale scambiare un abbraccio, una parola, un racconto di esperienze gioiose, felici, spensierate ma anche di dolore, rabbia, disperazione. Perché l'amore è in tutte le situazioni. Trascorriamo le giornate, quindi, a donare amore. Più lo si dà più si sente il bisogno di continuare a donarlo con tutta la propria anima, il proprio spirito, la propria persona, dunque, almeno per chi prova questo tipo di sentimenti, trovare qualcuno con cui condividerlo. Ecco, trovare la nostra metà. Ciò significa cercare qualcuno che ci piaccia veramente. Qualcuno che si distingua dagli altri per carattere, ideali, aspetto. Qualcuno che sia diverso dalla massa e che non si faccia influenzare dalle scelte delle singole persone, perché sa distinguere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, l'amore da un momentaneo passatempo. E ancora, qualcuno che dopo tanto tempo in cui ti sei sentito o sentita solo o sola nell’universo ti faccia sentire assolto da ogni cosa, quando la guardi in tutta la sua bellezza, eleganza, armonia, spensieratezza e pensi 《è stupenda》 oppure 《è fantastica 》. L'amore, desiderato, corrisposto o non corrisposto che sia, è il mezzo grazie al quale l'uomo, almeno per un istante, un attimo, un secondo riesce a fermare il tempo per sognare e sentirsi libero, felice, quasi immortale, invincibile.
《Un abbraccio per proteggersi dal vento, l'illusione di competere col tempo...》 come dicono Max Gazzè, Niccolò Fabi e Daniele Silvestri. Amore è quando guardi quella persona e ti si illuminano gli occhi. Magari sotto il cielo di un’estate infuocata, la sera, con lei che cammina sulla spiaggia, leggera e bellissima, mentre le onde per non so quale magia, si quietano, il vento si ferma e il sole, per metà scomparso in lontananza illumina con la poca luce che gli rimane i suoi passi. A quel punto il cielo si sfuma di rosa, le nuvole si appiattiscono e ti rendi conto che lei è la cosa più bella che ti sia capitata fino a quel momento. E non c'è istante in cui non pensi a lei, perché capisci che quella ragazza fantastica è la tua ragione di vita, il perché della tua esistenza e di ogni altra cosa. Questo nel mio caso è stato amore, per una volta.
E per concludere vorrei aggiungere, nonostante io abbia scritto già tre pagine, che provare questo straordinario sentimento non deve essere qualcosa di cui vergognarsi o imbarazzarsi. E questi sono fatti non solo parole, perché in natura non esiste sentimento più nobile e puro. Non esiste cosa che esprima di più la nostra realtà interiore rispetto all’amore. Non c'è motivo di pensare di esser derisi, ripudiati o persino censurati quando si prova qualcosa di simile. Personalmente, urlerei al mondo quel che provo. Fa male tenersi tutto dentro. Il tempo passa e il mal di pancia diventa qualcosa di cronico, il tempo e lo spazio cambiano e il tuo vero "io" diventa una pedina nera rispetto alle altre mobili o quantomeno apparentemente libere. Così ci si addolora, vien meno la speranza, dunque si torna a quel limbo di solitudine in cui tutti veniamo aspirati sin dal principio. E per uscirne credo ci sia solo una medicina. Cogliere l'attimo, carpe diem, cogliere l'occasione, mangiare le pedine bianche, spegnere il cervello e far parlare il cuore. L'amore non è una colpa, un difetto. L’amore non è qualcosa per cui farsi del male.
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