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Il peso delle aspettative

Le aspettative sono ipotesi sul futuro, sono convinzioni che si creano su ciò che è probabile che accada. 


Probabile, non certo.


Sono come un grande masso sulle spalle che ognuno di noi sorregge, frutto di nostri pensieri o di considerazioni altrui.


Tutti si creano delle aspettative, è un meccanismo naturale e involontario di ogni essere umano.


Queste possono essere classificate in due diverse forme: quelle che noi stessi costruiamo riguardo ai nostri programmi futuri; e quelle che gli altri ripongono su di noi e sulle nostre prestazioni, qualunque esse siano.


C’è un problema però che accomuna entrambe: la paura di non realizzarle. 


Sofferenza, tristezza, delusione e insicurezza sono tutte figlie delle aspettative e della loro mancata realizzazione.


C’è chi sostiene che meno aspettative si hanno meno ci si resta male. 


Grandi aspettative portano a grandi delusioni. 


Ognuno di noi almeno una volta nella propria vita avrà sentito le spalle incurvarsi e la testa chinarsi, schiacciate dall’enorme cumulo di convinzioni riguardo il domani e dalla massacrante pressione di doverle e volerle realizzare se non addirittura superare.


Spesso si tende perfino a basare la propria felicità sulla soddisfazione delle aspettative, credendo di poter essere felici solo se il futuro sarà come ce lo aspettiamo e come lo desideriamo.


La realtà è che dipende tutto da noi. 


Solo noi possiamo effettivamente sopprimere questo peso che ci domina, vivendo il presente e concentrandoci sul momento astante, l’unico che esiste. 


Il cosiddetto “vivere alla giornata”.


E questo si impara crescendo. 


Si passa dall’infanzia, in cui vige la convinzione che tutto ciò che desideriamo e a cui aspiriamo prima o poi si realizzerà, all’adolescenza in cui si inizia ad avere la consapevolezza che non sempre tutto va come speriamo, e va bene così.


Per di più solo e unicamente noi possiamo decidere di non dare ascolto alle aspettative altrui sul nostro conto, bastando a noi stessi, liberandoci delle considerazioni esterne. Cominciando a respirare esclusivamente per noi, per vivere la nostra vita, non per altri.


Perché ci sarà sempre chi non ci apprezzerà per quello che siamo e chi riporrà aspettative schiaccianti nei nostri confronti, pensando di farci del bene, ma spingendoci in realtà in un tunnel senza via di uscita. 


A volte bisognerebbe fare un esame di coscienza, fermarsi e chiedersi se la vita che si sta vivendo è realmente quella che si vuole oppure solo uno scenario realizzato sulla base di desideri di altri, non nostri.


La chiave è imparare ad accettare se stessi e i propri limiti, senza cercare in ogni modo di saziare le speranze altrui a ogni costo, poiché spesso facendolo si giunge all’autodistruzione dal punto di vista psicologico.


Solo quando si ridurranno le aspettative a zero si apprezzerà realmente ciò che si ha.


Perché le cose belle accadono quando uno meno se lo aspetta.


Ludovica Bilotta

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