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Il debutto di un ricordo

  • Immagine del redattore: Redazione Sisma
    Redazione Sisma
  • 14 ott 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

 

*Le luci si spengono, il silenzio cala in sala,si apre il sipario…*

 

Buonasera signore e signori, benvenuti!

Mi presento, sono un ricordo, capisco il vostro  stupore, sono un ospite inusuale a teatro.

Eccomi, oggi sono io che entro in scena.

Spesso vi imbambolate su uno stesso ricordo, ci mettete in loopcome la vostra canzone preferita, siete dei datori di lavoro pessimi, non ci pagate neanche gli straordinari, a chi dovrei rivolgermi? Al sindacato dei ricordi? Mi prendete anche in giro, che simpaticoni!

Quanti di voi si rifugiano tra le nostre braccia, o perché nostalgici o perché spaventati dalla realtà ?

Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, siamo i loro attori preferiti, sottopagati e presto dimenticati.

Noi ricordi abbiamo qualcosa in comune con voi, chi l’avrebbe mai detto?

Proprio come voi nasciamo, invecchiamo, cambiamo e moriamo.

Un singolo ricordo è costituito da numerose informazioni immagazzinate in varie regioni del cervello, ma la percezione di un singolo aspetto del ricordo( come l’odore, i colori) può spingere il cervello a riordinare il puzzle  ricreando il ricordo, e qui entriamo in gioco io e i miei colleghi.

Sono state identificate più di venti categorie di ricordi immagazzinate in diverse parti del cervello.

Non viviamo tutti nello stesso condominio: l’ippocampo (parte del cervello fondamentale per la memoria) si occupa di assegnarci nelle varie aree corticali, per esempio, i ricordi emotivi risiedono nell’amigdala, dicono che ci siano appartamenti molto belli. 

Nasciamo da impulsi provenienti dai sensi, i quali passano attraverso  il tronco cerebrale e raggiungono il talamo, si dirigono verso le diverse aree corticali e arrivano, infine, alla corteccia pre-frontale.

Ritornano poi all'ippocampo, dove si stabilizzano in ricordi a lungo termine

L’ambiente in cui lavoro è variopinto, ho colleghi di tutti i tipi.

Mi incuriosisce il rapporto che avete con i colleghi più inquieti, vi lega un rapporto di amore e odio: vi tormentano, ma siete proprio voi che gli aprite la porta, anche se la maniglia è piena di spine.

Cadete sempre nello stesso tranello, impressionante! 

Come ancore vi portano a fondo in un mare ignoto in cui non avete controllo.

Con il mare che vi gocciola dagli occhi riempite calici che poi offrite loro, con arroganza li degustano come se fossero sommelier.

Se proprio volete saperla tutta, quando poi staccano dal lavoro, questi colleghi offrono quest’acqua salata e tiepida a tutto il bar, che scrocconi!

É l’essenza dei tipi come noi che  tiene in vita i tipi come voi, cos’è un uomo senza i suoi ricordi?

Grazie per l’attenzione,

ora sono anche un vostro ricordo.

Buona serata signori!

 *Applausi*

 

Mariacarla Frippa

 
 
 

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