Come si fa a scrivere una storia? Anzi, la metto difficile. Come si fa a scrivere la propria storia? Non si conosce l’inizio e sicuramente non verrà scritta nemmeno la fine. Allora che storia è? Ersilia, nel libro “Dialoghi col vulcano” di Ersilia Saffiotti, se lo chiede spesso, costantemente. Non le dà pace. Sa di doversi lasciare andare, ma ha così paura di fermarsi che passa tutto il tempo a correre. Perché chi si ferma smette di esistere, perde la sua identità. Ed è tutto quello che le rimane. Ersilia però ci crede, nelle sue emozioni, nei suoi sentimenti. E ripercorre la sua vitacon passione stravolgente, accompagnata dal Vesuvio, che la tratta come una figlia. Anche perché Ersilia è Napoli, e lo sarà per sempre. O meglio, lo è sempre stata. Perché lei ha scelto di nascere a Napoli.
La rappresentazione teatrale del 29/03/23 al teatro SanCarluccio con Gigliola De Feo, Riccardo Citro e Maria Teresa Iannone, mi ha stupita. Non credevo che potesse essere così fedele ad un libro così complesso. È data molta più importanza a Sasà, angelo custode di Ersilia, anche se alle prime armi.
Non so cosa mi ha colpito di questo libro, di questa esperienza. Forse è perché un po' Ersilia mi somiglia, ma qualcosa c’è stato. E solo ora capisco cos’è. Questo libro è speranza, è determinazione. La speranza di Enza, che riscopre la sua vita. La speranza di una Napoli migliore, una Napoli che ti imprigiona a tal punto che te ne innamori. E forse mi sono resa conto solo adesso che per tutto questo tempo non l’ho apprezzata abbastanza. Non mi sono fermata a parlare con lei, ad ammirarne i colori. Continuavo a correre cercando una risposta ai miei dubbi, senza provare nemmeno una volta a chiedere al Vesuvio se sapeva come risolvere tutto. Questo libro ti fa capire che non basta credere in quello che fai per vincere le sfide della vita. La speranza che impieghi, però, ti rende vivo e ti fa amare ciò che ti circonda. Perché la vita è un dono meraviglioso.
Ersilia mette tutto sul tavolo:le sue esperienze, i suoi problemi, le sue paranoie. E ci fa capire che alla fine fermarsi è necessario.Che ogni problema si può risolvere. Che chiedere scusa non è sbagliato, anzi, ti rende libero.
Quindi quando la professoressa Laura Saffiotti ci ha chiesto di rielaborare il libro in un testo teatrale ed eventualmente mettere in scena qualche passo, ero entusiasta. Poi, però, ho avuto lo stesso problema di Ersilia. Come si scrive la storia di una scena? Si parte dall’inizio? Dalla fine? Poi ho fatto come lei. Ho riflettuto, ho radunato qualche compagno e ci siamo posti una domanda: lei come vorrebbe essere rappresentata? E da lì tutto è stato facile.Vedere i miei compagni sul palco, poi, è stato divertente e curioso. Questa esperienza ci ha fatto crescere, maturare.
Dopo aver letto questo libro mi sembra di conoscere Ersilia, di conoscere la vera essenza di Napoli. Vedo la nostra città con occhi diversi, perché Napoli è per me, per te. E ci aspetta, senza chiedere nulla in cambio. Napoli è per ognuno di noi.
~Valeria Sepe
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