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Cur'arti


È proprio da Napoli che parte la prima rete in Italia che unisce Luoghi di Cura e Luoghi di Cultura attraverso la collaborazione di aziende ospedaliere e ASL, con musei, università, biblioteche, ecc.

L’obiettivo è l’applicazione dell’arteterapia come una vera e propria cura, nonché la promozione di progetti finalizzati all’inclusione sociale e culturale. Ulteriore finalità dell’iniziativa è incrementare l’accessibilità all’arte, cioè consentirne una maggiore fruizione anche e soprattutto a coloro che hanno difficoltà, come non vedenti, diversamente abili… tutto questo è un progetto che si chiama Cur’Arti.

Cur'arti sta per “curarsi attraverso l’arte”. È una proposta di terapia estesa a diverse tipologie di pazienti, come malati cronici, malati di Alzheimer, giovani in disagio adolescenziale, anziani in abbandono, immigrati, bambini con autismi.

Il progetto è stato fondato dalla dott.ssa Francesca, medico chirurgo specializzato in Medicina Interna, ideatrice del progetto di prevenzione del disagio minorile “Seme di Luce” e presidente dell’ass. Il Ventre di Partenope. Sono tantissime le adesioni che avvalorano il prestigio di tale progetto unico nel suo genere, citando, tra gli altri, il patrocinio del direttore sanitario Monica Vanni e del direttore generale A. D’Amore dell’ASL NA 2, del direttore generale dell’azienda ospedaliera “Ospedale Dei Colli” (C.T.O. Cotugno-Monaldi) M. Di Mauro. La collaborazione si estende al Polo Museale Campano nell’adesione dell’Anfiteatro di Capua, Museo dell’antica Capua, il palazzo Reale di Napoli, il Museo Archeologico delle Arti di Napoli, il Parco Archeologico di Paestum (e tanti altri), grazie alla disponibilità della dirigente del Polo M. Ragozzino e del funzionario A. Fuscone.

Anche le università fanno parte del circuito della rete, come per esempio la Facoltà di Matematica dell’Università della Calabria, grazie all’adesione della professoressa Delli Fabiano, e anche all’adesione di Fabio Pigozzi, rettore dell’Università Roma 4 Foro Italico e soprattutto del prof. Califano della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Caratterizza il progetto la raccolta di una collezione di opere d’arte donate da artisti di rilievo nazionale ed internazionale a sostegno delle attività sociali di Cur’Arti.

La collezione Cur’Arti, infatti, sarà devoluta alla creazione del primo “Museo-Ambulatorio” in Italia che avrà sede presso gli ambulatori dell’ASL Napoli 2 NA e dell’Azienda Ospedaliera “Ospedali dei Colli”. Nel Museo Ambulatorio sarà possibile, per la prima volta, "curarsi attraverso l’arte". Gli Ospedali diventeranno dei veri e propri Musei, nei quali i pazienti potranno sentirsi sollevati dalle loro sofferenze attraverso l’esperienza artistica. Le stanze degli ambulatori saranno policromatiche e diventeranno dei percorsi immersivi di esperienza artistica. Saranno proprio i medici a prescrivere ai pazienti l’arteterapia da praticare nei musei e negli ospedali stessi. Un’ iniziativa multidisciplinare volta alla sensibilizzazione all’arte che cura.

È un progetto che parte da Napoli e che si estenderà ben presto anche oltre l’Italia, coinvolgendo il circuito Universitario della Danimarca, del Brasile, della Francia, ecc. Il Progetto Cur’Arti ha ricevuto importanti pubblicazioni ed interviste sui più autorevoli siti, giornali, radio di arte come Art Tribune, RAI, UNESCO, Radio Vaticana e Il Mattino.

Perché nasce proprio qui? Perché parte da una terra che con la sua bellezza seduce ogni giorno senza ritegno, e che forse proprio in essa troverà la sua salvezza. L’arte cura perché la bellezza è benessere. Luciano di Samosata riferiva che i Greci si fossero fermati lungo le nostre coste proprio perché attratti dal “golfo ameno”. Ma è ancora prima dei Greci, cioè con i Fenici, i Micenei, gli Egiziani che comincia la storia ammaliante della terra partenopea che è il segreto del suo patrimonio culturale e antropologico di infinta preziosità. D’altronde è dalla riconciliazione con la nostra memoria storica che parte la rinascita di questa terra, dalla bellezza della sua arte che è cura.

Di Maria Martone


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