Permettete un pensiero poetico per l’occasione?
La scuola riprende, la vita ricomincia, si rivedono i professori, ma anche gli amici, può essere tosta, ma chi dice che DEBBA esserlo per forza? Per questo, insieme alla scuola, riprende anche Sisma, e con essa, immancabilmente, la rubrica dedicata alla settima arte, che vi accompagnerà durante l’anno e vi consiglierà modi di passare un paio d’ore ogni tanto, staccando dallo studio e dai pensieri.
Questo mese, come qualcuno potrebbe già aver capito dall’apertura dell’articolo, abbiamo
scelto di presentarvi Così parlò Bellavista, film italiano diretto da Luciano De Crescenzo, tratto dall’omonimo libro di Luciano De Crescenzo, incentrato attorno alla figura del Professor Bellavista, interpretato da… indovinate? Luciano De Crescenzo.
Il film si apre con l’esperienza del dottor Cazzaniga (bel nome, eh? Pensare che ha una figlia), il nuovo direttore del personale dell’Alfasud, proveniente da Milano, che arriva a Napoli e deve arrivare nella sua nuova casa. Da subito ci viene presentato il problema più grave del meridione Italiano: il traffico, come avrebbe detto Benigni. Cazzaniga, povero Milanese non avvezzo agli usi del popolo napoletano, si ritrova preso di sorpresa da scene perfettamente normali quali vigili che prendono il caffè invece di sbrogliare ingorghi stradali; tassisti chiacchieroni che guidano sul marciapiede; gente che parcheggia in terza fila per prendersi un caffè e così via. Ad alcuni potrebbe ricordare un po' Claudio Bisio in Benvenuti al Sud, ma qui, invece che Alessandro Siani, abbiamo nientemeno che Luciano De Crescenzo, che abbiamo già accennato essere un filosofo.
I personaggi di questo film, poi, sono particolari e tutti da scoprire, dall’oracolo che dovrebbe aiutare a vincere la lotteria, al tipico furbacchione che si inventa mestieri pur di racimolare qualche soldo, fino ad arrivare al bizzarro gruppo di nullafacenti che, ogni giorno, immancabilmente, si siede nello studio del professor Bellavista ad ascoltare di “uomini d’amore” e “uomini di libertà”.
Arrivati a questo punto dell’articolo potrebbe essere spontaneo chiedersi: “ma perché dovrei spendere un’ora e quarantacinque minuti della mia vita, a vedere un milanese che impazzisce in mezzo ai napoletani, e questo cavolo di Luciano che filosofeggia a destra e a manca?”. La risposta è che nessun film vi presenterà mai Napoli come la vedrete in questo film, e nonostante il film sia ormai un po’ datato (1984), vi ritroverete in non poche situazioni presentate (a voi decidere se sia un bene o un male). Questo è un film che elogia Napoli, ma al contempo la critica, ne mostra amore, prendendo però atto dei suoi difetti. Il divario tra sud e nord può sembrare incolmabile, e anche nel film se ne dà l’idea (distinguendo rispettivamente, come si è accennato, a uomini d’amore e uomini di libertà), ma De Crescenzo va oltre questa concezione semplicistica perché, come vedrete, in fin dei conti, pur con le nostre differenze, siamo tutti italiani, come anche un po’ tutti napoletani.
-Luciano Molfini
Comments