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Brexit: facciamo il punto della situazione


La Brexit (Britain Exit) consiste nel processo di uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

La Brexit è iniziata il 23 giugno 2016 quando, nel Regno Unito, è stato indetto un referendum voluto dal primo ministro David Cameron (appartenente al partito conservatore favorevole alla Brexit) per decidere se restare o uscire dall’Unione Europea. La proposta del referendum è nata a causa della notevole immigrazione dei cittadini europei nel Regno Unito e a causa dei contributi che dovevano essere versati all’Unione Europea, i quali, non erano approvati dal partito conservatore.

L’esito del referendum si è rivelato a favore dell’uscita (51% della popolazione pro e 49% contro). Sebbene il primo ministro Cameron fosse favorevole all’uscita dall’Unione Europea, si è poi schierato dalla parte pro permanenza dopo il referendum e ha dato le sue dimissioni. Il referendum è stato seguito da una serie di negoziati, rinvii, e bocciature che hanno portato il Regno Unito ad uscire dall’Unione Europea il giorno 31 gennaio 2020. È stato però istituito un periodo di transizione, che terminerà il 31 dicembre 2020, durante il quale il Regno Unito continuerà a seguire le leggi e a contribuire ai fondi dell’UE, ma non aderirà alle decisioni di quest’ultima.

Come sappiamo, per poter spostarci all’interno dell’Unione Europea, o per poter spostare merci, non sono necessari il passaporto, il visto o il pagamento di dazi doganali; tuttavia, a causa della Brexit, entrare nel Regno Unito sarà come entrare in un Paese extraeuropeo: sarà infatti necessario un visto specifico, che si potrà compilare facilmente online e stampare. Sarà necessario anche portare con sé il passaporto. Molti Paesi dell’Europa (anche esterni all’Unione Europea) fanno parte dell’area Schengen, cioè l’insieme di Paesi in cui è possibile spostarsi senza dover oltrepassare controlli di frontiera, ma il Regno Unito non ha mai fatto parte di quest’area, di conseguenza, l’iter per entrarvi sarà uguale a quello in vigore per Paesi come gli Stati Uniti o la Cina.

Il visto e il passaporto sono necessari sia per viaggi di breve durata, sia per potersi trasferire temporaneamente o definitivamente. Inoltre, un punto che non è stato ancora definito ma di cui sono ancora in corso le negoziazioni, è quello del dazio doganale da pagare per poter trasferire dei beni dall’UE al Regno Unito. Tutti i cambiamenti appena citati saranno in vigore a partire dalla fine del periodo di transizione, cioè dal 2021, mentre fino al 31 dicembre 2020 le regole da seguire sono quelle degli spostamenti tra Stati appartenenti all’Unione Europea: cioè libero spostamento senza obbligo di pagare dazi o avere un visto, e utilizzo della sola carta di identità per poter espatriare.

L’unica moneta del Regno Unito sarà la sterlina, in vigore anche prima della Brexit.

Nonostante la Brexit possa essere utile al governo inglese per contingentare l’immigrazione e non pagare i contributi all’Unione Europea, è importante sottolineare che essa allontanerà sempre di più il Regno Unito dall'UE e nel 2020 i Paesi del mondo dovrebbero cercare di avvicinarsi per formare una comunità unita e non il contrario.


Di Mattia Carlotto

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