<<Instagram è un social della luce: volti perfetti, denti perfetti, corpi e vite perfette. L’attenzione verso l’altro va verso chi è appunto “spotted”. Per gli adolescenti che sono alle prese con una faticosa costruzione della propria identità, questo modello della perfezione nasconde l’agguato del Mostro dell’inadeguatezza: sentirsi inadeguati, mai all’altezza. Per liberarsene il trucco è fare amicizia con se stessi usando due armi:
-una mente critica con cui mettere in discussione la luce dei social
-il cuore intelligente e gentile con cui imparare ad accettare le proprie piccole crepe, perché è da queste crepe che può uscire la fragile bellezza della nostra luce.>>
- Stefano Rossi
La luce del sole illumina, le stelle invece riescono solo a splendere. E allora a che cosa realmente ci si deve affidare? A ciò che luccica, o a ciò che illumina? La luce di cui noi viviamo è spesso luce riflessa, passeggera, illusoria, che ci permette di vivere solo di ciò che sembra illuminato e che brilla di questa luce fasulla. È più facile così, basta dividere per categorie ciò che è bello e ciò che è brutto: il bianco e il nero. Perché osservare le sfumature di grigio, più o meno intenso o più o meno chiaro, è troppo difficile, troppo impegnativo. Le masse non si muovo su questo: le masse non ragionano, non osservano, non compiono gesti lenti accurati e delicati, ma si basano sull’immediatezza e la categorizzazione di solo due colori. Perché è più facile pensare che i nostri problemi si basino sull’esteriore, perché è più facile stabilire un confine che definisca e faccia luce solo su ciò che è immediatamente visibile, neanche osservabile, visibile. Questa luce illusoria in realtà non è una luce come quella del sole, ma come quella delle stelle. È complesso pensare che i problemi, le attrazioni, i pensieri, i comportamenti, le dinamiche e le emozioni si basino sulla parte di noi che solo la nostra vera luce può raggiungere, quella parte che da fuori o in foto a prima vista non si nota nemmeno. Non siamo sagome dalle forme perfette, ma contorni pieni di colori e magnifiche imperfezioni. È un pensiero che contrasta l’immediatezza, la rende inutile, insignificante; in una società dove si vive solo di immagini scorrevoli e quiz dalle risposte dirette non c’è spazio per la riflessione né per i pensieri articolati. Le stelle sono belle sì, viste da lontano e solo con gli occhi, e da esse non si ricava nulla. Poi le guardi da vicino e ti accorgi che in realtà sono solo ammassi di materia e particelle che prendono fuoco. Quando lo capisci l’unica luce che ti resta è la tua e in assenza di essa sei perso come un uccello cieco che svolazza lontano dal nido.
Irma Cioffi
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