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  • Immagine del redattoreRedazione Sisma

Seul, la folla impazzita

E’ la notte di Halloween in Sud Corea, più precisamente siamo a Seul, quando la notizia e le immagini di un’immane tragedia scuotono gli animi di tutto il mondo. Secondo quanto riportato dall’Ansa e riferito dalle più importanti testate giornalistiche internazionali, in un quartiere della capitale, Itaewon, un’enorme calca di giovanissimi si è riversata nelle strade per festeggiare la notte delle streghe. L’arrivo improvviso, forse anche non annunciato, di una celebrità molto popolare ha causato un immediato sovraffollamento all’interno di un vicolo stretto, divenuto calca impazzita nella quale molti ragazzi sono rimasti schiacciati, mentre la folla continuava ad accalcarsi e a spingere oltre ogni controllo per vedere e fotografare la star. Come riferito da Sky TG24 è di 151 morti e 82 feriti la stima provvisoria delle vittime; lungo e tortuoso il lavoro della National Fire Agency per determinare l’esatto numero dei feriti. Itaewon, apprendiamo dalle recenti narrazioni, è un vivace quartiere costellato di bar e locali molto popolare tra i giovani di Seul, e Halloween è certamente una delle feste più sentite dai ragazzi coreani: l’entusiasmo era alle stelle se si considera che si trattava del primo festeggiamento possibile della ricorrenza dopo un estenuante lockdown. Non si comprende come si sia potuto consentire, senza strutturare un’organizzazione apposita, che oltre centomila persone si riversassero nei vicoli stretti di quel quartiere, in assenza di un dispiegamento adeguato e preventivo di forze dell’ordine atte a veicolare il flusso della massa.

La mia memoria scorre veloce: ho visto scene drammatiche di tragedie avvenute con la stessa dinamica, e proprio nel mio Paese. Corinaldo, 8 dicembre 2018, all’esterno di un locale in cui molti giovani si erano riversati per vedere il concerto del trapper Sfera Ebbasta, muoiono asfissiate sei persone, molti i feriti, alcuni gravissimi. Certo, anche qui insufficienti le misure di sicurezza, anzi inesistenti. Analoga è stata la dinamica a Torino nel 2017, causa scatenante una banale rissa tra tifosi avvenuta durante la proiezione della finale di Champions League.

Non è dunque un caso che fenomeni come quelli citati siano diventati oggetto di studio da parte di sociologi e psicologi, e che si siano scomodati fisici e matematici per interpretarne la dinamica. Questi studi sono poi stati pubblicati: i ricercatori analizzano la fenomenologia del “crowd crush” e sono alla ricerca di apposite misure di prevenzione da attuare; la folla esplode in un vero e proprio panico incontrollato, le persone sono talmente impacchettate che il più piccolo movimento si propaga su tutta la massa come un’onda sismica. La causa del panico è spesso banale, come l’arrivo di una star, ma l’esito è tragico. Potremmo concludere, dopo aver letto gli studi citati, che la prevenzione è la migliore arma: sapendo come comportarci forse possiamo, nel caso ci trovassimo in una situazione di tale pericolo, riuscire a salvarci. Tuttavia mi viene in mente di riflettere in maniera più radicale. Qual è, mi chiedo, la vera matrice di un panico così incontrollato? Penso a Zygmunt Bauman e a quella paura ormai ontologicamente radicata in quella che lui chiama “società liquida”; poi penso in maniera più semplice al terrore con cui abbiamo convissuto tra terrorismo, pandemie, crolli e disastri economici, guerra. Al buio che spesso noi giovani per primi sentiamo per un futuro che non ci è dato intravedere e che avvertiamo sempre più minaccioso.


E’ qui che andrei a cercare la ragioni di questi fenomeni; potremmo ritrovare noi stessi e le cause di un malessere profondo o forse sono solo le suggestioni di un giovane ragazzo.


Marco Vazquez


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