Al momento è in attesa di essere approvato, dal Senato, un nuovo disegno di legge volto a modificare la disciplina di attribuzione del cognome ai figli. Secondo la normativa attuale, l’uomo ha il diritto di prevalenza sulla donna. Questo fatto è consolidato da una prassi in uso già da decenni nonché dall’articolo 262 del Codice civile. In Italia non è possibile dare al figlio solo il cognome della madre perché quello del padre deve essere anteposto rispetto a quello della madre. Se per attribuire anche il cognome della madre è necessario l’accordo di entrambi i genitori, per assegnare quello del padre, il consenso della madre non viene richiesto. Anche se il figlio venisse riconosciuto dal papà in un secondo momento, il cognome della madre potrebbe essere non solo affiancato da quello del padre, ma addirittura eliminato.
Nel 2016 la Corte costituzionale ha sollevato dubbi di legittimità sull’attuale legge che riguarda l’attribuzione dei cognomi. Questa viene definita una violazione del principio di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi. Ancora prima, nel 2014 fu la Corte europea dei diritti dell’uomo a chiedere che venisse modificata tale norma in quanto sarebbe in contrasto con l’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e l’articolo 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. A dire il vero, la prima proposta di legge in materia è stata presentata quaranta anni fa ma finora nessuna iniziativa legislativa è riuscita ottenere risultati e l’Italia resta agli ultimi posti tra i grandi paesi. Per esempio, in Francia il figlio può ricevere il cognome di uno o dell’altro genitore oppure di entrambi mentre in Spagna vige la regola del doppio cognome nell’ordine deciso dai genitori. La Germania ne consente uno solo, la Svezia e l’Austria danno precedenza a quello della madre mentre nel Regno Unito se ne può dare addirittura uno nuovo.
La nuova legge serve a dare pari dignità alle donne nel rapporto di coppia, disponendo che il cognome del figlio venga attribuito secondo la volontà dei genitori. In sintesi, secondo le proposte, è possibile conferire il cognome paterno o materno, o quello di entrambi, nell'ordine stabilito dai genitori. Nel caso in cui i coniugi non dovessero raggiungere un accordo, al figlio sono attribuiti d'ufficio i cognomi in ordine alfabetico. Per evitare che i fratelli nati dagli stessi genitori possano avere un cognome diverso, la regola è che il cognome deciso per il primo figlio venga attribuito anche ai figli nati successivamente. Per i figli nati fuori dal matrimonio, in caso di riconoscimento successivo da parte del secondo genitore, il cognome di quest'ultimo si può aggiungere a quello del primo.
L'obiettivo della riforma rimane quello di colmare la disparità di genere lasciando ai genitori la scelta di attribuire ai figli il cognome della madre, quello del padre o di mantenerli entrambi, adeguandosi al principio stabilito dalla Costituzione della parità fra uomo e donna e alla normativa consolidata a livello europeo.
Poter dare il cognome della madre ai figli, d’altra parte, è diventata una battaglia delle donne in materia di diritti.
Elisabetta Vecchione
Bellissimo articolo, complimenti