Diplomazìa s. f. [dal fr. diplomatie, der. di diplôme «diploma»]. – 1. L’arte di trattare, per conto dello Stato, affari di politica internazionale. “Arte” - la diplomazia è un’arte, un gioco di prestigio, un tiro alla fune costante, un bilanciamento difficile. Diplomatici da tutto il mondo e in tutto il mondo si riuniscono per giungere ad accordi atti al miglioramento della vita di noi comuni cittadini. Dal Parlamento europeo all’ONU con le sue commissioni, agenzie specializzate e molto altro. Persone che dedicano la propria vita al bene comune, quello che riguarda tutti noi, senza distinzioni.
3. fig. Tatto, finezza, abilità nella trattazione di affari delicati e che richiedono prudenza, o anche nelle relazioni tra persona e persona. “Affari delicati” - si prenda per esempio SOCHUM, la terza commissione dell’assemblea generale dell’ONU, quella che si occupa di Social, Humanitarian & Cultural Issues: 193 delegazioni che trattano tematiche importantissime come i diritti della comunità LGBTQ+ a cui tra l’altro non ci si può appellare come tale poiché in molti Stati non ne è neanche riconosciuta l’esistenza.
Definita la diplomazia, proviamo a rispondere alla domanda iniziale.
Perché la diplomazia è così importante?
Banalmente perché costituisce un’alternativa alla violenza. Si instaurano grandi dialoghi per evitare conflitti armati o, perlomeno, limitarne i danni. Ci si siede intorno ad un tavolo con la volontà di risparmiare vittime inutili.
Una delle caratteristiche che ci rende “intelligenti” è la capacità di comunicare tra di noi tramite un linguaggio e, grazie alla diplomazia, lo si usa al posto della forza bruta. È veramente difficile essere un delegato, anche nelle simulazioni come il MEP o i MUN poiché è necessario "entrare nel personaggio”, essere un attore. Bisogna arrivare al tavolo delle negoziazioni con una mente aperta, considerando che ogni Stato ha obiettivi, tradizioni e culture diversi, ma anche tenendo ben fermi i propri punti base. È un’arte sottile, in cui si punta a vincere, non a sconfiggere l’avversario, poiché quest’ultimo, in realtà, è nostro compagno. Le problematiche mondiali sono veramente infinite ed ogni Stato è affetto da alcune di esse, mentre altre le ha surclassate. E di ciò si è ben consapevoli quando si devono ponderare i patti internazionali.
Ogni paese è importante a modo suo: basti pensare all’assemblea generale dell’ONU dove tutti i centonovantatre Stati valgono allo stesso modo: il Tuvalu come la Russia, il Mali quanto la Cina.
In conclusione, la diplomazia è fondamentale per la pace, per costruire un futuro migliore e per mantenerci umani. Ci sarà speranza finché esisteranno persone che si alzano ogni mattina consapevoli di dover rappresentare uno Stato, milioni di persone, di dover lottare per loro con la nostra arma più preziosa: la parola.
Le guerre rappresentano delle sconfitte per la diplomazia, quindi conviene essere dalla parte di quest’ultima e sperare che vinca; per noi, per il nostro futuro e per il nostro passato.
Carla Marcela Massa
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