Esattamente un anno fa l’Ucraina veniva invasa dall’esercito russo e la nostra città si mobilita
scendendo in piazza per chiedere la pace e la fine di ogni violenza. Di fronte alle scene quotidiane di sofferenza e distruzione nessuno deve rimanere impassibile. L’aggressività e la violenza della guerra, i bombardamenti, i campi minati, i palazzi sventrati e i cadaveri non devono diventare la “normalità”. Noi ragazzi non dobbiamo abituarci a vedere l’orrore perché poi pian piano ci entra dentro e ci distrugge come persone. Abbiamo preso posizione e con un’unica voce abbiamo chiesto di fermare questo male perché dove c’è guerra non c’è futuro.
Si parla di armi, carri armati e bombe senza tenere conto che sono persone quelle che muoiono
sul campo da battaglia, che si creano vittime, come se la loro vita non avesse alcun valore. In molti sono stati costretti ad abbandonare le loro case e tutto quello che avevano pur di mettersi in salvo da questa realtà atroce. Anche loro, i rifugiati Ucraini, erano con noi lì a marciare, a chiedere che questa guerra abbia fine, a pregare di rivedere i loro cari il prima possibile.
A un anno dall’inizio della guerra l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con
maggioranza di voti una risoluzione che invita la Russia a ritirarsi “incondizionatamente e
immediatamente dall’Ucraina per il raggiungimento di una pace complessiva e duratura”.
Putin non vuole però riconoscere l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina; lui mira unicamente a ricomporre la “Grande Russia”, distruggendo l’Ucraina come paese e nazione. Sta infierendo su migliaia di bambini ucraini orfani che sono stati deportati in Russia contro la loro volontà e sono stati rieducati in attesa di un’adozione forzata da parte di una famiglia russa. Niente pare poter fermare questo scempio e la pace sembra impossibile.
La manifestazione organizzata a Napoli è stata promossa dal Comune di Napoli, dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’Arcidiocesi ed è partita da Piazza Dante per arrivare a Piazza Municipio. Un corteo enorme composto da cittadini ucraini accolti a Napoli, moltissimi studenti e associazioni i quali hanno ripetuto sempre un’unica parola: Pace.
~Elisabetta Vecchione
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