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Legge Zan: caso nazionale

Nel codice penale italiano, gli atti di violenza e l’istigazione ad essa contro persone di diverso orientamento sessuale sono punibili col carcere, ma nella forma corrente la legge ha alcune limitazioni e atti come propaganda omofoba non sono punibili; perciò, di recente, prendendo il nome dall’omonimo deputato pd, la legge o meglio il ddl (cioè il progetto di legge), Zan è stata approvata alla camera lo scorso novembre, ma il suo iter per essere messa in pratica si è bloccato al Senato dove tuttora sta trovando resistenze. Negli ultimi tempi, anche a seguito di una aggressione omofoba avvenuta a Roma nei confronti di un ragazzo omosessuale, molte personalità, quali Fedez, Carlo Cracco, Mahmood e altri cantanti, si sono schierati a favore dell’approvazione del disegno di legge perché potrebbe portare una svolta nella tutela dei diritti, non solo della comunità lgbt, ma anche dei disabili ed altre categorie fragili. La maggiore resistenza all’approvazione del ddl Zan, proviene dai partiti di opposizione al Senato, cioè Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia, mentre tutti gli altri partiti, di maggioranza e non, hanno approvato arbitrariamente la proposta.

Va detto che l’opinione pubblica generale è pro-Zan, perciò la domanda sorge spontanea: perché i partiti di opposizione, in maniera così compatta, si rifiutano di votare a favore? Per comprendere appieno i loro motivi bisogna ascoltare le loro argomentazioni.

Prima di cominciare, però, bisogna dire come ogni partito di opposizione abbia una propria posizione, ognuna diversa dall’altra. La prima argomentazione che accomuna tutti i partiti contro l’approvazione della nuova legge, è che quest’ultima sarebbe un freno alla libertà di espressione: infatti, ritengono che insultare un diversamente abile o un transessuale sia un diritto più che sacrosanto, perciò negarlo è sinonimo di limitazione delle libertà; la legge Zan è in realtà l’opposto, dato che essa tutela la libertà dei cittadini e i loro diritti fondamentali contro minacce e violenza. Tale argomentazione della destra, per quanto sia fin troppo facile da smontare, è comunque il caposaldo di tutti i partiti come Forza Italia e Fratelli di Italia, difatti non di rado la Meloni e altri esponenti di quei partiti hanno arringato i loro membri dicendo loro che la legge Zan è illiberale e la loro libertà è in pericolo, additando la maggioranza di governo come il solito “impero del male” che mina i loro diritti.

Tuttavia è bene fare una considerazione: la propria libertà è tutelabile solo finché non lede quella di qualcun altro, quindi, proprio perché la libertà è una cosa meravigliosa, non deve essere abusata da persone senza scrupoli. L’altra fondamentale argomentazione, che è sostenuta sia dalla destra più radicale che da quella moderata, è che la legge Zan è sostanzialmente fatta male, non è adeguata alla situazione attuale e generalizza “casi molto diversi tra loro”.

Infine, accusano tutto il polverone mediatico alzato dalla faccenda di mera propaganda governativa “progressista e pro lgbt”. Da sottolineare come la destra, soprattutto Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia, tenda a semplificare faccende complesse in maniera ottusa, ma pure ad accomunare aspetti totalmente diversi tra loro. Ciò è usato principalmente per etichettare gli avversari politici, per esempio è solito accomunare il PD al totalitarismo, oppure liquidare la legge Zan come propaganda politica. Ad ogni modo, per quanto l’opposizione potrà fare resistenza, la legge Zan verrà approvata, e da lì si potrà cominciare un nuovo futuro che metta al primo posto la libertà di ognuno di fare le proprie scelte.


Alessio Castaldi

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