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Intervista di Maria Martone a Emanuele Noviello


Intervista di Maria Martone a Emanuele Noviello, Staffetta Sanitaria della rete Kurdistan

Un popolo rinasce dalle proprie radici storiche, dal proprio patrimonio culturale materiale ed immateriale, cioè dalla sua memoria storica, perché, come viene citato nella Convenzione Europea del Patrimonio Architettonico, “senza memoria storica c’è un’amputazione della coscienza del futuro”. Ogni Nazione, anche se privata di uno Stato, come è per il popolo curdo, è come un albero le cui radici arrivano fino ai meandri della civiltà di origine e seppure piegato dalla guerra, rinascerà sempre dal patrimonio della sua memoria storica. Neanche le tempeste di fuoco delle armi, le piogge di lacrime della guerra e i suoni degli spari tra i civili riusciranno a oscurare la forza di una comunità, ci saranno sempre dei fiori d’acciaio che resisteranno tra le macerie, come sono le donne curde, che lottano per il Confederalismo Democratico in Rojava, e che sono la speranza. Siamo tutti fiori di una nuova era, ma dobbiamo fare qualcosa: l’alba che arriverà domani dipende da noi. Ho avuto il piacere di intervistare un grande attivista della difesa dei diritti del Rojava, coinvolto in prima linea nell’emergenza umanitaria in collaborazione con la Mezzaluna Curda e Un Ponte Per. Emanuele Noviello si rivolge a noi studenti del Mercalli con queste parole:

Qual è l’attuale situazione politica e sociale in Rojava?

“La situazione attuale è complessa perché, se da un lato i paesi limitrofi (Siria, Kurdistan Iracheno e Turchia) hanno predisposto un embargo nei confronti del Rojava e con attacchi mirati o attentati cercano di “convincere” le attuali popolazioni che ci vivono a trasferirsi, dall’altro, l’Amministrazione di questi territori deve provvedere alle esigenze della popolazione fornendo servizi (salute, alimentazione, sicurezza, acqua ecc.) e portando avanti il programma politico fondato sui seguenti pilastri: a) convivenza e diritti per tutte le popolazioni, riconoscendone religioni, tradizioni etniche e di comunità; b) parità di genere, con una valorizzazione concreta del ruolo delle donne che hanno propri organismi ed istituzioni e sono rappresentate al 50% in tutte le istituzioni (che hanno due co-presidenti, di cui una donna); c) economia solidale, con la fornitura di alcuni beni primari (pane e benzina) a prezzi calmierati e la promozione di un sistema di cooperative inteso come tipo di azienda collettivo e sociale; d) un sistema democratico decentrato e federale basato su un processo decisionale che coinvolge il più possibile i cittadini. Il Rojava costituisce un esempio del tutto opposto alla corruzione, alla discriminazione nei confronti delle donne ed ai regimi autoritari. Si pensi ad esempio che, a differenza di quasi tutto il medio-oriente, nel Rojava è stata abolita la pena di morte e per qualunque reato non si superano i vent’anni, esistono un esercito ed una polizia femminili, la sanità e l’istruzione sono pubbliche e gratuite.”

Quali sono i progetti che la Staffetta sanitaria ha avviato negli anni e per quali tipi di emergenza sanitaria?

“Staffetta ha avviato la sua attività alla fine del 2014, inviando Staffette di medici ed infermieri che, senza alcuna retribuzione e pagandosi tutte le spese, si sono dati il cambio per qualche anno, aiutando la locale Mezza Luna Rossa a fornire i servizi sanitari. Ha raccolto ed inviato notevoli quantità di medicine donate da singole persone ed Associazioni in tutta Italia; attraverso diverse iniziative, come la distribuzione di una birra chiamata “Azadì” (in curdo “libertà”) o la distribuzione di arance acquistate a prezzo di favore da una coop calabrese di migranti, ha inviato del denaro a Mezza Luna Rossa Curda e nel 2020 alla Fondazione delle donne libere, per rendere possibile il funzionamento di una “Clinica mobile” che opera in villaggi e nei campi profughi. Un’ulteriore iniziativa in corso è la sperimentazione della produzione di protesi con la stampa 3D per supportare il locale laboratorio ortopedico.”

Quali suggerimenti proponi per i giovani che desiderano impegnarsi offrendo un loro contributo di attivismo?

“Siamo in una situazione di emergenza: climatica, sociale, economica, sanitaria, democratica, per un uso distorto delle risorse del pianeta a favore delle elites politiche ed economiche di molti paesi. È importante assumersi delle responsabilità che vanno da uno stile di vita coerente (quindi no sprechi, no plastica ecc.), alla pratica della solidarietà partendo dalle situazioni che ci sono vicine. In conclusione, ognuno dovrebbe chiedersi: cosa posso fare perché il mondo diventi migliore di come l’ho trovato? A questa domanda è più efficace rispondere collettivamente e le risposte vanno trovate volta per volta a prescindere dall’età, dalla professione, dal proprio ruolo.”


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