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Immagine del redattoreRedazione Sisma

Gino Strada

“Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi.”


Queste sono le parole di Gino Strada: medico di trincea e co-fondatore, insieme alla moglie Teresa Sarti, dell’ONG Emergency, grazie alla quale ha operato in tutti i teatri di guerra del mondo salvando oltre 10 milioni di vittime della guerra e della povertà.

Il chirurgo lombardo è scomparso il 13 agosto 2021 a Rouen, Francia, spegnendosi all’età di 73 anni dopo aver trascorso una vita tra la morte e la fame.

Gino Strada racconta di aver scelto di diventare medico perché la medicina ha a che fare con la scienza, ma allo stesso tempo ha a che fare con le persone. Lavorò come chirurgo d’urgenza a Milano, successivamente trascorse quattro anni negli Stati Uniti dove si occupò di trapianti presso le Università di Stanford e di Pittsburgh. Nel 1988 inizia la sua collaborazione con la Croce Rossa per assistere le popolazioni dei paesi afflitti dalla guerra. Il medico decise di fare questa esperienza perché voleva conoscere l’essenza del suo lavoro da una prospettiva completamente diversa, voleva vedere cos’è realmente il suo lavoro in una situazione dove i pazienti vivono nella speranza di ricevere cure aspettando un medico, che in molti casi tarda ad arrivare.

Noi, al contrario, viviamo in un sistema in cui molti medici aspettano il paziente.

Emergency nasce nel 1994 con lo scopo di costruire e gestire ospedali per fornire cure mediche gratuite ed efficaci a chiunque ne abbia bisogno, inoltre, promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

La prima operazione di Emergency fu in Ruanda, ai tempi del genocidio. Non fu costruito un nuovo ospedale, bensì fu utilizzato uno già presente, ma essendo stato bombardato e saccheggiato, furono necessari diversi giorni per renderlo funzionante.

Un terzo della sala operatoria non era dotata di un tetto, inoltre, mancava l'elettricità: dovettero reclutare ragazzi del posto per mantenere le torce durante le operazioni.

Lavorare come medico in teatri di guerra non è affatto un mestiere per tutti, si mette continuamente a rischio la propria vita, sorge spontaneo chiedersi come sia possibile tenere i nervi saldi mentre si sta operando un ferito durante un bombardamento; come si fa a non perdere il controllo perseguitati da una paura matta?

Il compianto Gino ci spiega che in queste situazioni bisogna imparare a convivere con la paura: per riuscire ad andare avanti è necessario imparare a dominarla.

Durante un’operazione capitò persino che entrassero in sala operatoria persone armate che obbligarono i medici a fermarsi per dedicarsi ad un altro paziente, un evento agghiacciante.

Emergency ha sempre cercato di essere neutrale, presupposto necessario per poter svolgere la sua missione.

Gino Strada non si considerava un pacifista, si considerava un uomo contro la guerra.

È stato un uomo che ha dedicato la sua vita al bene e alla pace. Il suo ricordo sarà sedimentato a lungo nelle nostre memorie, con la speranza che ognuno di noi, nel proprio piccolo, ne prenda esempio.


Mariacarla Frippa

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