Dovrebbero ormai essere note a tutti le gravi ripercussioni che la pandemia ha causato e che continua a causare da un anno a questa parte sull’economia mondiale.
Tuttavia ci sono alcuni aspetti di cui non si parla abbastanza e a cui non si è dato il giusto peso, in quanto rappresentano i lati più scomodi delle conseguenze di questo periodo.
L’emergenza sanitaria ha infatti messo in luce quelle criticità e quelle disparità che già erano preoccupanti prima di essa. Uno di questi divari è proprio quella salariale tra le donne e gli uomini. Se già nel 2019 il cosiddetto “gender pay gap” ammontava al 20% a livello mondiale e ad una percentuale meno elevata a livello nazionale (ma non per questo meno rilevante in quanto sfiorava il 4,1% nel settore pubblico e superava il 20% nel settore privato, ovviamente, a svantaggio delle donne), oggi si presenta un problema che va al di là delle retribuzioni, ovvero il tasso di disoccupazione. Infatti questo, che già all’inizio del 2020 costituiva un dato preoccupante, ha raggiunto il picco massimo nel mese di dicembre, dove gli occupati sono diminuiti di 101mila unità di cui ben 99mila sono donne.
Ma perché proprio le donne sono state una delle categorie più penalizzate dalla pandemia?
Purtroppo la risposta è che la pandemia, in realtà, non ha fatto altro che accentuare una questione preesistente: la società, troppo spesso, fa gravare il peso della cura dei figli, delle persone anziane e non autosufficienti sulle spalle delle sole donne, che perciò devono ricorrere a lavori part-time, spesso nel settore domestico e dei servizi (che sono anche alcuni dei settori più colpiti dalla crisi), o alla rinuncia del lavoro stesso. Al tutto si aggiunge il cosiddetto “soffitto di cristallo” che frena l’ascesa professionale delle donne verso posizioni meglio retribuite.
È chiaro che questa sia solamente una delle tante dimostrazioni del fatto che l’Italia, come gran parte del mondo, sia ancora dominata dalle disuguaglianze e costruzioni sociali che dopo essere state apparentemente accantonate, tornano alla luce nei momenti più difficili come questo.
Francesca Briglia
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