I filtri sono effetti che permettono di dare un aspetto particolare alle fotografie, esaltando determinate caratteristiche e rendendole più belle. Chi, almeno una volta, non ha usato filtri sui social prima di postare una foto? Non c’è niente di male nell’usarli ogni tanto, ma purtroppo c’è chi ne fa un uso spropositato.
I filtri sono diventati un’abitudine quotidiana ed è ormai difficile che qualcuno condivida sui social un’immagine al naturale (#nofilter). Non si parla soltanto di selfie; anche le immagini di paesaggi vengono modificate con effetti e colori irreali.
All’inizio i filtri divertivano l’utente perché erano innocui, come “lingua fuori, in testa fiori e bocca gigante”. Adesso invece nascondono un rischio, soprattutto nella vita dei giovani, perché il loro meccanismo è cambiato e con un semplice clic modificano l’aspetto delle labbra, del viso, del colore dei capelli; sono quindi in grado di distorcere completamente la realtà creando un’idea sbagliata del proprio aspetto.
I filtri vengono maggiormente utilizzati dai giovani e il loro uso eccessivo diventa pericoloso, perché l’adolescenza è un periodo critico per lo sviluppo psicosociale. In questo arco di tempo si consolida l’autostima, la quale si basa sull’ “immagine di sé”, cioè l’opinione che ognuno ha di sé stesso. Tutti vogliamo essere piacenti e apprezzati ma con l’avvento dei social questo desiderio è aumentato. L’autostima viene influenzata dal parere degli altri e sui social si condivide un’immagine di sé che è in qualche modo rappresentativa.
Uno dei primi problemi ad insorgere legato al massivo uso dei filtri sui social è la dismorfofobia, cioè vedersi mostruoso, deforme, non bello, perché ci si paragona ad un’immagine “filtrata”. Altri danni provocati sono quelli all’autostima, che portano i giovani alla depressione, ansia e disturbi del comportamento alimentare.
È vero che gli adolescenti sono “nativi digitali”, tendenzialmente più degli adulti, ma è anche vero che loro sono soggetti particolarmente vulnerabili. Non sono sempre consapevoli e quindi sono esposti ai rischi di un cattivo uso dei social.
È necessario prendere una posizione riguardo ai filtri, in quanto si devono tutelare gli utenti che si sentono condizionati da canoni estetici artificiali. Ci vuole una legge che impedisca di spacciare per vero quello che non lo è.
Gambe chilometriche, addominali scolpiti, pelle di porcellana e labbra eccessivamente carnose: la modifica delle immagini deve essere precisata chiaramente nei post. Così questi ideali di bellezza non alimenteranno ancora di più le insicurezze nei giovani utenti.
La Norvegia, che ha seguito l’esempio dell’Inghilterra, ha dottato una nuova legge con norme più restrittive sulla questione dei filtri. Sarà obbligatorio apporre sulle foto ritoccate un logo per avvertire il pubblico; chi non rispetterà le norme sarà multato. Il logo non servirà per foto di paesaggi o prodotti a scopo pubblicitario, che potranno invece essere modificate liberamente.
L’obiettivo è ispirare le persone ad amarsi e a volersi bene per come sono, senza puntare a canoni di bellezza fittizi e irraggiungibili. Le imperfezioni mostrano ogni persona nella propria unicità e diversità.
Elisabetta Vecchione
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